Le dieci regole per gestire le intolleranze alimentari

  • 24 Marzo 2021
  • Tonia Schipani
  • Nutrizione
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Il sovrappeso, l’obesità o i disturbi gastrici, come gonfiore addominale e scarsa digeribilità, vengono spesso attribuiti a possibili intolleranze alimentari.

La diagnosi viene ricercata sempre più spesso attraverso test non validati, proposti frequentemente da personale non ascrivibile all’ambito sanitario. Le conseguenze di diete di esclusione di alimenti, non necessarie, possono determinare carenze nutrizionali anche gravi negli adulti e soprattutto nei bambini durante la crescita.

Per stimolare l’attenzione della popolazione su questa tematica, in modo da evitare di incorrere in errore di false diagnosi, è stato condiviso un Decalogo con 10 piccole regole da parte delle maggiori Società Scientifiche che si occupano del problema.

Per sottolineare l’importanza del documento e rafforzare il messaggio per la popolazione vi riporto qui le 10 regole per gestire le intolleranze alimentari:

1. Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso e obesità, che sono condizioni causate prevalentemente da uno stile di vita inadeguato.

Le intolleranze alimentari “vere” sono poche e possono indurre disturbi gastrointestinali o di altro genere.

2. No all’autodiagnosi ed ai test effettuati direttamente presso i centri laboratoristici senza prescrizione medica.

Se si sospetta una reazione indesiderata a seguito dell’ingestione di uno o più alimenti è necessario rivolgersi al proprio medico, che valuterà l’invio allo specialista medico competente. Lo specialista è in grado di valutare quali indagini prescrivere per formulare la diagnosi più corretta

3. Non rivolgersi a personale non sanitario e attenzione a coloro che praticano professioni sanitarie sen- za averne alcun titolo.

Spesso i test non validati per la diagnosi di intolleranza alimentare, vengono proposti da figure professionali eterogenee, non competenti, non abilitate e non autorizzate, anche non sanitarie. Non effettuare test per intolleranze alimentari non validati scientificamente in qualsiasi struttura, anche sanitaria. Solo il medico può fare diagnosi.

4. Diffidare da chiunque proponga test di diagnosi di intolleranza alimentare per i quali manca evidenza scientifica di attendibilità.

I test non validati sono: dosaggio IgG4, test citotossico, Alcat test, test elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.

5. Non escludere nessun alimento dalla dieta senza una diagnosi ed una prescrizione medica.

Le diete di esclusione autogestite, inappropriate e restrittive possono comportare un rischio nutrizionale non trascurabile e, nei bambini, scarsa crescita e malnutrizione. Possono inoltre slatentizzare disturbi alimentari. Quando si intraprende una dieta di esclusione, anche per un solo alimento o gruppo alimentare, devono essere fornite specifiche indicazioni nutrizionali, per assicurare un adeguato apporto calorico e, di macro e micronutrienti.

6. La dieta è una terapia e pertanto deve essere prescritta dal medico.

La dieta deve essere gestita e monitorata da un professionista competente per individuare precocemente i deficit nutrizionali e, nei bambini, verificare che l’accrescimento sia regolare.

7. Non eliminare il glutine dalla dieta senza una diagnosi certa di patologia glutine correlata.

La diagnosi di tali condizioni deve essere effettuata in ambito sanitario specialistico e competente, seguendo le linee guida diagnostiche.

8. Non eliminare latte e derivati dalla dieta senza una diagnosi certa di intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte.

La diagnosi di intolleranza al lattosio o allergie alle proteine del latte deve essere effettuata in ambito sanitario specialistico e competente, tramite test specifici e validati.

9. A chi rivolgersi per una corretta diagnosi?

Medico (dietologo, medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, allergologo, diabetologo, endocrinologo, gastroenterologo, internista, pediatra).

10. Non utilizzare internet per diagnosi e terapia.

Il web, i social network ed i mass media hanno un compito informativo e divulgativo e non possono sostituire la competenza e la responsabilità del medico nella diagnosi e prescrizione medica

Le intolleranze alimentari, quindi, non sono responsabili di sovrappeso e obesità, condizioni causate prevalentemente da alimentazione scorretta e stile di vita inadeguato. Eliminare dalla dieta alcuni alimenti, senza sintomi e, soprattutto, senza il parere dell’esperto, solo per perdere peso non darà quindi i risultati attesi. Al contrario, in presenza di disturbi indesiderati in seguito al consumo di uno o più alimenti, è necessario rivolgersi ad uno specialista per una adeguata diagnosi ed evitare pericolose diete di esclusione “fai da te”.

Dott.ssa Tonia Schipani